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Palazzo Savorgnan

Denominazione Generale :
Palazzo Savorgnan I.T.T. ''Algarotti''
Tipo immobile:
Edifici storici artistici
Indirizzo:
Cannaregio 345 usque 351
Comune:
Venezia - Centro Storico
Ubicazione:

Palazzo Savorgnan, sede dell'Istituto Tecnico per il Turismo Algarotti, si trova a pochi minuti dalla Stazione ferroviaria e da Piazzale Roma. E' facilmente accessibile sia dalla terra ferma che dal centro storico e dalle isole.

Confini:

L'immobile confina a nord con Fondamenta Savorgnan, a sud, est ed ovest con altre proprietà.

Consistenza:

mq 6.133 costituiscono la superficie complessiva dell'immobile.

Vincoli:

Vincolo a' sensi dell'art. 1 L. 1089/39

Provenienza:

Agli inizi dell'ottocento, secondo il catasto napoleonico, il "Palazzo" risulta di proprietà del Conte Antonio Carlo Savorgnan, il quale lo dava in affitto. Nel 1826 il "Palazzo" fu acquistato dal Barone Francesco Galvagna, che dovette eseguire notevoli restauri, e lo rivendette nel 1850 a Francesco V D'Este, Duca di Modena. Nel 1915 il complesso immobiliare già funge da convitto femminile della congregazione "Provincia Italiana della Società del Sacro Cuore" con sede in Firenze. Nel 1927 la Società delle Suore del Sacro Cuore passa alla Società immobiliare l'Alpe, società fiduciaria dell'Istituto religioso. Nel 1969 l'Amministrazione Provinciale di Venezia acquista il complesso immobiliare dalla con atto di compravendita del 3.09.1969, rogato dal dott. Luigi Piero Paganuzzi di Venezia.

Note storiche:

Il casato dei Savorgnan è di origine molto antica, forse longobarda o romana. Nel 1385 la famiglia viene ammessa al patriziato nella persona del Cavalier Federico Savorgnan, che aveva appoggiato l'annessione di Udine e tutto il Friuli alla signoria veneta. Molti Savorgnan, sono ricordati come valorosi condottieri d'armi. I vari trattati indicano i Savorgnan come proprietari del Palazzo, ma offrono poche indicazione riguardo alle persone che lo abitarono, forse perché i documenti riguardati gli archivi di famiglia bruciarono in un incendio, nel 1935, di palazzo Foscarini a S. Stae, dove erano conservati. Palazzo Savorgnan è sorto, come gran parte dei palazzi veneziani, sovrapponendosi ad un altro edificio preesistente, trasformando e riadattando una casa reduce da un incendio, e di cui erano proprietari i Savorgnan. Il cantiere sorge, nel 1685, sulla fondamenta di San Geremia, comprendente anche il palazzetto a sinistra del complesso, il cosiddetto "Nazareth" del XIII secolo e il fabbricato S. Lucia, di epoca più recente, che mostra chiaramente il suo aspetto seicentesco per le dimensioni della facciata, per le cornici delle finestre e per i particolari interni. La superba facciata del Savorgnan è stata ideata dall'architetto Giuseppe Sardi. L'accuratezza e la ricchezza delle forme, gli stemmi spiritosi, l'abbondanza delle sculture sono tutti motivi collegati all'edilizia derivata dal gusto del Longhena. La pianta è complessa e venne alterata dai successivi proprietari. Si può ipotizzare che la dimora dei Savorgnan sia stata completata dal Gaspari: difatti non solo la pianta ma anche le soluzioni dei particolari, quali porte, finestre, vetrate policrome, pavimenti elegantissimi con intarsi marmorei floreali, ricordano il gusto di quell'artista. Il giardino, in parte conservato, che si trova nella parte retrostante, è stato sempre ammirato come uno dei più importanti della città. Nel 1752 fu ingrandito e coltivato con essenze rare. Nel 1788 il palazzo subì un grave incendio che compromise seriamente lo stato, ma la facciata è giunta a noi intatta. All'interno il degrado ebbe inizio nella prima metà dell'Ottocento, quando i proprietari del Palazzo erano i Galvagna. Altre trasformazioni furono imposte dall'adattamento a collegio femminile della congregazione "Provincia italiana della società del Sacro Cuore". Agli inizi del 900 esisteva una serra tra il Nazareth e il Manfrin, palazzo confinante, dove al posto di questa nel 1915 l'ordine delle Suore del Sacro Cuore di Gesù fece costruire una cappella in stile neo-gotico, della quale non si ha notizia del nome del progettista. Nel 1971, dopo che il palazzo venne in possesso dell'Amministrazione Provinciale, vennero intraprese delle opere di restauro quali: interventi di ripristino della situazione originaria e ulteriori modifiche della situazione originaria.

Foto:
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